Il nome di Gilberto Govinon è noto soltanto in Liguria ma anche in tutti quei luoghi dove i liguri, hanno portato la loro presenza, la loro genovesità. Una parlata, che è stata per secoli una lingua, arricchitasi di vocaboli d’ogni parte del mondo, sia antico che moderno (Americhe), è stata rilanciata in tutto il territorio italiano dal teatro di Gilberto Govi. Forse questo personaggiopotra interessare poco al lettore non italiano, non tuttavia, in America dove vi sono numerosi discendenti di genovesi emigrati e, particolarmente, in Argentina. Alla Boca, per esempio, che è II quartiere del porto di Buenos Aires, si parlava fino a poco tempo fa esclusivamente il genovese.
Gilberto Govidi famiglia emiliana era nato a Genova, dove era cresciuto e aveva assorbito tutte le caratteristiche non soltanto del dialetto, delle tradizioni orali ma anche del comportamento. Per questo motivo è da considerarsi uno del massimi rappresentanti del teatro ligure dialettale. Così come la Perpetua manzoniana è diventata una parola italiana, così alcuni dei personaggi di Govi (macchiette) sono diventati in Liguria, vocaboli del dialetto genovese. La “Giggia“, la moglie un po’ autoritaria simbolo del matriarcato genovese, il “Sandro“, pretendente sempliciotto della figlia e tanti altri.
A Govi piaceva molto stare a Portofino e Santa Margherita Ligure, dove aveva una villa sulla collina di San Lorenzo vicino all’ottocentesco albergo Guglielmina (ora residence). Al mattino, prima di scendere, sostava vicino al muretto della curva sotto quell’albergo ad ammirare il panorama maestoso del Golfo del Tigullio sino a Portofino e di Santa Margherita Ligure. Poi,per la crosa di “Banchi”, raggiungeva la panetteria di Via dell’Arco dove si prendeva il suo bel pezzo di focaccia, da “Pinamonti”. Non di rado, incontravail sammargheritese giomalista Vittorio Giovanni Rossi, anch’egli goloso di quel gustoso alimento e parlavano genovese. Govi era grande amico di Tino Nicolini, suo giardiniere di Santa Margherita Ligure, poeta contadino autore di bellissime poesie in vernacolo ligure. Quando si sente parlare genovese, dovunque nel mondo, aleggia lo spirito di Govi che si manterrà sempre vivo. Su Gilberto Govi, sul suo teato, sulla sua umanità vi è già molta bibliografia. La sua interpretazione delle più disparate situazioni con grande vivacità, fa di lui, come tutti i grandi comici, un benefattore dell’umanità. Ebbe sempre cura di comunicare in un dialetto, reso comprensibile anche alla maggioranza degli italiani.
Gilberto Govi
1885 – 1966
Portofino,un Mondo a parte.