Il tratto di mare che circonda il Monte di Portofino è sede di una fauna assai interessante, che offre variazioni qualitative e quantitative in rapporto con i diversi ambienti nei quali è distribuita. A differenza di quella terrestre, essa è stata oggetto di molteplici ricerche, soprattutto in epoca recente, per cui possediamo una documentazione sufficiente a delinearne la composizione ed i caratteri. A una serie di studi compiuti dal celebre zoologo genovese Raffaele Issele dal suoi collaboratori, una cinquantina d’anni addietro, fecero seguito quelli promossi – dopo il 1955 – dal Museo di Storia Naturale di Genova. Ove si vogliano citare anche gli animali viventi in mare aperto, si può aprire la serie con i Cetacei, rappresentati non solo da due specie di Delfini (Delphinus deiphis e Tursiops truncatus), ma anche dalla ben più rara Pseudorca crassidens comparsa a Camogli. Da quest’ultima località gli zoologi ebbero non pochi animali rari e di alto interesse, in parte incappati nella piccola tonnara situata presso Punta Chiappa.
Quanto alle Tartarughe, Caretta caretta, nella foto, è facile vederle, mentre Dermochelys coriacea – enorme e ben riconoscibile rettile – incappò due volte nelle reti. Pur non costituendo un incombente pericolo, i grossi Squali sono presenti, talvolta molto vicino alla costa; possono enumerarsi almeno quattro specie, cioè il vorace Carcharodon carcharias, il raro Odontaspis ferox, il cosiddetto Pesce elefante (Cetorhinus maximus) ed il Verdone (Prionace glauca).
Destano sempre curiosità le occasionali catture dello strano Pesce diavolo (Mobular mabular).
Fra i pesci propriamente detti, cioè dotati di scheletro osseo, ci limitiamo a menzionare quelli di maggiore importanza per la pesca: Sardina, Acciuga, Nasello, Sgombro, Tonno, Tonnetto, Pesce spada. Di meno frequente comparsa; non raro è il Pesce luna (Mole mola) dall’aspetto molto caratteristico. Tra gliorganismi del plancton si osservano con facilità alcune specie di Meduse: Rhizostoma pulmo e Cotylorhiza tuborculata sono comuni, mentre Aurelia aurita è rara e Pelagia noctiluca – nota per la sua liminescenza e per il forte potere urticante – compare occasionalmente, talora in gran numero.
Come in tutto il Mar Ligure, è frequente il grazioso Sifonoforo Velella velella, mentre della singolare Fisalia (Physalia physalis), venne trovato un solo individuo a Camogli molti anni or sono. Ctenoforidi non rara occorrenza sono il Cinto di Venere (Cestus veneris) e il Beroe (B. ovata). L’osservazione di queste diafane creature ondeggianti a fior d’acqua riesce sempre del massimo interessa, anche per chi non sia zoologo. Nella trattazione della fauna marina presente lungo le coste del promontorio, devono più attentamente considerarsi gli ambienti littorali, che comprendono tre settori.
Quello occidentale del Golfo Paradiso è poco profondo; vi sono distese dl sabbia e di melma, che scendono con dolce declivio fino a 50-60 metri e qua e là sono coperte di vegetazione. Altrettanto si dica nei riguardi del settore orientale del Golfo del Tigullio, ove le acque sono più inquinate per effetto dei più densi insediamenti umani.
Lungo tutto il promontorio le scogliere sono ininterrotte, ma assumono una particolare imponenza nel settore meridionale, cioè in quello esposto al mare aperto: gli strapiombi dl conglomerato continuano sott’acqua, ove abbondano anfratti e grotte favorevoli all’insediamento di una ricca fauna, e giungono a una cinquantina di metri di profondità a breve distanza dalla riva. Tutti questi ambienti sono popolati da una numerosa serie di Pesci. Pochi sono quelli a scheletro cartilagineo: due specie dl Gattucci (Scyliorhinus canicula e S. stellaris), altrettante di Torpedini (Torpedo torpedo e T. mormorate) ed alcune Razze (Raja).
Quanto ai pesci ossei, sono da citarsi vani rappresentanti – d’altronde assai noti – di quattro grandi raggruppamenti: Singnatiformi, Anguilliformi, Perciformi e Scorpeniformi. Del primo di questi gruppi fanno parte alcuni strani pesciolini dei generi Syngnathus (Pesci ago) ed Hippocampus (Cavallucci marini), sono frequenti fra le alghe e le posidonie che, disseccandosi, conservano bene la loro forma così da essere venduti come curiosità ai turisti. Allungato, serpentiforme, privo di squame è il corpo del Grongo (Conger conger) – di colore grigio – e della Murena (Muraena helena) – screziata di giallo e nero – che appartengono agli Anguilliformi.
Molto più numerosi, e quanto mai vari per caratteri morfologici e biologici, sono i Perciformi.
Nelle acque del promontorio di Portofino guizzano alcune specie di Muggini (Mugil cephalus, M. auratus, ecc.) e di Aterine (Atherine boyeri è la più frequente). Nelle grotte e nelle zone profonde delle scogliere vivono due belle specie di color rosso, il Re di triglie (Apogon imberbis) e la Castagnola rossa (Anthias anthias). Quest’ultima spetta alla famiglia del Serranidi, come il Branzino (Dicentrarchus labrax), la Lucerna (Polyprion americanus), la Cernia (Epinephelus guaza), gli Sciarrani (Serrenus scriba e S. cabrilla).
Gli Sparidi includono invece il Dentice (Dentex dentex), la Orata (Sparus aurata), tre specie di Saraghi (Diplodus), l’Occhiata (Oblada melanura), la Tanuta (Spondyliosoma cantharus), la Boga (Boops boops) e la Salpa (Sarpa salpa). Ad altre famiglie sono da riferirsi la Triglia di scoglio (Mullus surmuletus), la Castagnalo (Chromis chromis) e i temuti Trachini (Trachinus) le cui spine infliggono dolorose punture. I Labridi sono notevoli per i loro bel colori, sfoggiati sia dai Labrus e Crenilabrus, comuni nelle praterie sottomarine, sia dalla Donzella (Coris julis), interessante per la sua inversione sessuale (diviene maschio dopo una prima fase femminile). E’ facile veder guizzare fra le alghe, anche a esigua profondità, le piccole Bavose (Blennius di specie diverse). Rappresentanti degli Scorpeniformi sono naturalmente le Scorpene o Scorfani (Scorpaena porcus e S. scrofa), nonché le Gallinelle o Pesci capponi (Triglia lucerna ed altre specie).
Molti di questi animali, come ad esempio i Trachini, vengono qualificati come bentonici perché sono più o meno vincolati al fondo: la loro vita si svolge su di esso o in prossimità. Nel suo insieme, il benthos » comprende tutti gli organismi marini che condividono un simile carattere ecologico, cioè tutti quelli « di fondo »: molti sono i vegetali (Fitobenthos), ma più numerosi ancora gli animali (Zoobenthos). Com’è facile comprendere, le associazioni bentoniche differiscono molto a seconda degli ambienti (tipo di fondo, profondità) ; esse risultano distribuite in alcuni settori (piani) che si succedono verticalmente nel cosiddetto dominio litorale. Lungo la costa meridionale del promontorio i piani sono riconoscibili senza difficoltà e verranno indicati più avanti.
Nel porto di Camogli sono stati osservati due bellissimi Cnidarii, cioè il Cerianthus membranaceus – dalla magnifica chioma di tentacoli – e il Cereus pedunculatus, che è un’Attinia dl colore bianco e rosso. Sui moli e sulle rocce vicine si trovano stelle di mare (Marthastenias glacialis, Coscinasteria tenuispina), Ofiure (Ophiothnix fragills, Amphipholis squamata, Ophioderma longicaudum) e Ricci di mare (Paracentrotus lividus, Arbacia lixula): questi Echinodermi sono presenti lungo le coste dell’intero promontorio di Portofino.
Un Riccio di mare “irregolare” (Spatangoide: Plagiobrissus costai) fu però rinvenuto finora soltanto fra Camogli e Punta Chiappa, a circa 5-10 metri, su sabbia con Posidonie. Risultati assai interessanti ebbero le ricerche zoologiche fra le alghe di Punta Chiappa, ove furono raccolti due Platelminti (Yungia aurantiaca e Prosthecereus vittatus) e diversi Molluschi Nudibranchi che vanno annoverati fra le più mirabili e delicate creature sottomarine: non misurano che pochi centimetri e sono adorni dl curiose appendici e di elegantissime tinte. Flabellina affinis , Favorinus branchialis, la vistosa Glossodoris valenciennesi ed altre specie ancora strisciano lentamente fra le alghe, fino ad almeno 20-30 metri di profondità.
Come già si è accennato, sulle scogliere che lungo la costa meridionale del promontorio formano imponenti pareti risiede una ricca fauna accompagnata da una rigogliosa vegetazione algale. Essa è distribuita secondo alcuni “piani” ove sono diverse sia le condizioni ambientali, sia le caratteristiche del popolamenti da parte dei numerosi organismi marini la cui vita si svolge in accordo con le condizioni predette. Discendendo verso la riva del mare le piante si fanno sempre più rade finché la roccia rimane nuda: ultima specie, che ancora resiste negli anfratti già sottoposti agli spruzzi dell’acqua salsa è un’Ombrellifera detta Finocchio marino (Crithmum maritimum). Primo ambiente che interessa il mondo marino è il piano sopralittorale, cioè la porzione più elevata della scogliera, che di norma rimane asciutta: vi scorrazza qualche piccolo crostaceo (Ligia italica: è un isopode e quindi affine ai ben noti Porcellini di terra) e nelle fessure si nascondono molti piccoli molluschi (Littorina neritoides) dalla conchiglietta globoide e grigiastra.
Con transizione graduale si passa quindi al piano mediolittorale, che si stende fino al battente dell’onda e risulta quasi totalmente emerso come il precedente. Sulla roccia sono qui attaccati in grandissimo numero i gusci conici e giallastri degli Ctamali (Chtamalus stellatus e Ch. depressus: Crostacei Cirripedi) – che spesso formano un rivestimento continuo – ai quali si aggiungono Ligie, Littorine e, più vicino all’acqua, due comunissimi molluschi: Monodonta turbinata e Patella lusitanica.
Nell’acqua si stende, più o meno ampia, una fascia bianco-verdastra di Lithophyllum tortuosum, alga calcarea nel cui duri talli si annidano molti animaletti come il minuto Lamellibranco Kellya rubra. Sulla scogliera umida, che risente dei moti ondosi e che in parte viene coperta durante l’alta marea – la quale comporta un dislivello non superiore a circa 25 centrimenti, come in tutto il golfo di Genova – dimorano due specie di Granchi: Pachygrapsus marmoratus ed Eriphia verrucosa, e qua e là rosseggiano le Attinie (Actinia equina). Sono numerosi i Ricci di mare, cioè la Arbacia lixula – riconoscibile per gli aculei neri – ed il Paracentrotus lividus, che più di frequente si nasconde fra le alghe. Questi organismi popolano la zona più superficiale della scogliera sommersa, cioè quella più illuminata e quindi più ricca di vegetazione: si tratta del piano litorale. Le alghe qui presenti sono naturalmente fotofile, come Ulva lactuca, Padina pavonia, Cystoseira stricta, Dictyopteris membranacea e le due specie dl Rodoficee così abbondanti a fior d’acqua: Corallina officinalis e Jania rubens.
Al popolamento animale infralittorale danno un buon contributo diverse specie di Gamberetti, di Pesci, dl Molluschi, nonché le Anemonia sulcata , cioè le Attinie dal lunghi tentacoli biancastri che si vedono ondeggiare a piccola profondità. La luce ha un’importanza fondamentale per la vita degli organismi marini, molti del quali mal la sopportano. Se quindi si discende verso la scogliera profonda, si passa (non esiste naturalmente un livello definito) al piano sublittorale: le alghe fotofile sono sostituito da quelle dette sciafile e la fauna prende il sopravvento sulla flora. Si noti però che i medesimi organismi possono trovarsi pressocché in superficie, qualora vi siano anfratti o caverne oscure: in altre parole, non è detto che i popolamenti sublittorali siano sempre più in basso di quelli infralittorali.
Coloro che si dedicano all’esplorazione subacquea presso il promontorio di Portofino possono ammirare scenari di incredibile bellezza, soprattutto dove la roccia è abbondantemente incrostata dal talli rosa- violacei di un’alga calcarea, cioè di una Corallinacea (Crodelia expansa) a cui si accompagna una fauna particolarmente ricca e varia.
Gli studiosi di Biologia marina hanno denominato “coralligeno” questo particolare ambiente, ove una quantità di organismi contribuiscono a formare un policromo quadro e a darci le più suggestive visioni. Le ricerche svolte sulle scogliere di Portofino, in particolare fra Punta Chiappa e San Fruttuoso (Tortonaso, 1958-61, e altri) hanno dimostrato la presenza dl molte interessanti specie animali e vegetali.
Comuni alghe sono Codium bursa e C. vermillara, Udotea petiolata e Halimeda tuna (Alga fico d’India), appartenenti alle Cloroficee, nonché le delicate Rodoficee del generi Sphaerococcus, Pterocladia, Peysonnelia, Ceramium, ecc. Le Spugne abbondano ed hanno spesso colori vivaci (Axinella, Ectyon, Petrosia, Verongia, Calyx, ecc.); non mancano grossi esemplari di Hippospongia communis ed anche di Spongia officinalis, entro le quali si annidano centinaia di piccoli invertebrati.
Fra gli Cnidarii, il Corallo rosso (Corallium rubrum ) – tipico componente della fauna mediterranea – deve essere ricordato per primo; vive fra circa 20 e 40 metri, nelle grotte e sotto gli aggetti di roccia. Affini ad esso sono le Gorgonie. I cui araziosi alberetti formano spesso foreste in miniatura: si tratta dell’Eunicella striata, biancastra, E. cavolinii, giallo-aranciata, e – verso i 30 metri di profondità – della grande Paramuricea clavata, dal magnifico colore porporino intenso.
Altre specie notevoli sono il Parazoanthus exinellae, i cui polipi rassomigliano a fiorellini gialli, e qualche Madreporario come Leptopsammia pruvoti, che sfoggia una bella tinta giallo-zolfo e che non di rado costella in gran numero le pareti di scogliera. Fra i Briozoi, è particolarmente notevole la Retepora cellulosa, simile a una fragile trina rosea, mentre fra gli Anellidi attirano l’attenzione gli splendidi “tubicoli” dei generi Spirographis e Sabella che espandono e retraggono – al minimo allarme – le loro eleganti chiome dl variopinte appendici. I Molluschi sono naturalmente rappresentati da parecchie specie, fra cui il Polpo (Octopus vulgaris), che si rintana negli anfratti dove spia le possibili prede, la grande Pinna nobilis – fra le cui valve è spesso domiciliato un granchiolino, detto Pinnotheres – e l’inconfondibile Peltodoris atromaculata , che è un nudibranco bianco a macchie nere, il quale generalmente striscia sulle spugne del genere Petrosia.
Comuni Echinodermi sono il Giglio di mare (Antedon mediterranea), l’Oloturoide Holoturia tubulosa, e un grosso Riccio facilmente riconoscibile: Sphaerechinus granularis, dagli aculei bianchi e violetti. Fra le stelle marine sono soprattutto frequenti Echinaster espositus e Hacelia attenuata, entrambe di color rosso vivo; più raro è Ophidiaser ophidianus dalla tinta carminio cupo. Quanto ai Crostacei , sono presenti l’Aragosta (Palinurus elephas) e diverse specie di Gamberetti e di Granchi; fra questi ultimi, deve menzionarsi la Dromia vulgaris o “facchino” (per la sua abitudine di portare spesso una spugna attaccata sul dorso). A varie specie appartengono pure i Paguri, il più grande dei quali (Pagurus striatus) risiede in conchiglie a cui aderiscono una o più grosse Attinie (Calliactis parasitica). Non si può concludere la serie degli invertebrati che popolano gli ambienti coralligeni (o immediatamente vicini) senza citare la curiosa Bonellia viridis – Echiuroide dotato dl una lunga, singolare proboscide a T – e una rosa Ascidia:Halocynthia papillosa.
Nel Golfo di Portofino il fondo è essenzialmente melmoso, ma vi sono qua e là estese praterie di alghe (Caulerpa prolifera) e di Fanerogame (Posidonia oceanica e Cymodocea aequorea). Fra questi vegetali si trovano piccoli Molluschi, Policheti, Crostacei ed una caratteristica Medusa – “di fondo“ (Olindias phosphorica). Il benthos delle circostanti scogliere – come quelle che attorniano le pittoresche insenature di Paraggi, a pochi metri da Portofino, Prelo e San Michele di Pagana – è costituito da parecchie specie di alghe e di animali che già sono state menzionate. Potremmo aggiungere, per completezza, due granchi: il piccolo Acanthonyx Iunulatus, di colore verde oppure bruno a seconda delle alghe fra cui si annida, e la “gritta” o Maia verrucosa, spesso –mascherata – con alghe e incrostazioni varie.
Ovviamente, nè l’uno nè l’altro sono esclusivi del Tigullio, come non lo sono i numerosi Idroidi (Serpularia, Campanularia, Plumularia, Laomedea, ecc.), che in quest’area si possono osservare attaccati alle posidonie e alle alghe (Rossi, 1950). Il benthosdelle distese coperte di melma è molto diverso e consiste soprattutto dl Anellidi Policheti, fra cui la vistosa Aphrodite aculeata, irta di setole, e la singolare Sternaspis scutata, che in buon numero vive affondata nella sabbia a partire da una dozzina di metri di profondità, di Molluschi, tra i quali il Dente di elefante (Dentalium inaequicostatum), la Turritella (T. communis) e diverse bivalvi (Tellina, Lucina, Cardium, Solenocurtus, ecc.), ed Echinodermi, come l’Oloturoide Trachythyone elongata ed alcuni Ofiuroidi (Ophiura albida, Amphiura chiajei, ecc.).
Nel Golfo di Portofino la profondità non giunge a 200 metri. L’isobata corrispondente a tale valore decorre poco al di fuori del promontorio. Essa viene abitualmente intesa come limite della piattaforma continentale, cioè dell’area littorale; al di là, ha inizio il declivio (pendio continentale) il quale porta alle profondità maggiori, popolate da una fauna ben diversa, che viene gradualmente a sostituirsi a quella vivente in prossimità della costa. Un brevissimo cenno è giustificato, anche se si tratta di un ambiente in realtà estraneo al Promontorio di Portofino. Soprattutto là dove sui fondali affiorano masse rocciose più o meno inclinate, si sviluppano i bianchi, calcarei polipai dl Madrepora oculata, insidiosi per le reti a strascico ma apprezzati come oggetti ornamentali.
Su maggiori estensioni si hanno le praterie di Gorgonie esili e grigiastre (Isidella elongate), che corrispondono ai famosi “fondi a scampi”. Da circa un quarantennio si esercita su questi una notevole attività peschereccia, in quanto sono la dimora di numerosi pesci e crostacei che compaiono in discreta quantità sul mercato ittico di Santa Margherita Ligure. Tra i pesci figurano la Boccanera (Galeus melastomus) – piccolo squaliforme affine ai Gattucci – Il Potassolo (Micromesistius poutassou) e la Pastenula bianca (Phycis blennoides). Quanto ai Crostacei, lo Scampo (Nephrops norvegicus) ed i Gamberi rossi (Aristeus antennatus, Aristaeomorpha foliacea) hanno larga notorietà; insieme ad essi vivono una strana specie cieca e dal corpo depresso (Polycheles typhlops), nonché altri interessanti invertebrati.
Ricordiamo che il mercato del pesce a Santa Margherita Ligure si svolge fronte porto dalle 17.00 al ritorno dei vari pescherecci. E’ un momento che consigliamo per “vivere” le consuetudini locali del Golfo di Portofino. A conclusione di questa sintesi di dati faunistici, è desiderabile esprimere – o meglio rinnovare – due esortazioni. La prima è rivolta a tutti coloro che amano la Natura in ogni sua manifestazione: rispettiamo il mondo animale terrestre e sottomarino, escludendo dal Promontorio di Portofino sia la caccia, sia le devastazioni dei fondali. La seconda è ristretta agli studiosi, più precisamente ai giovani zoologi: avviamo nuove ricerche, che conducano ad una miglior conoscenza – sistematica, ecologica, biogeografica – della fauna insediata in questo stupendo tratto di Liguria.
L’incombere di sempre più gravi e negative interferenze umane non consentono indugi.
Portofino , un Mondo a parte.