Come tutte le altre località che si trovano sulla Penisola, anche per questa gli antichi portofinesi che risiedevano lì erano soliti dire:” abitiamo in Castello”. Questa proprietà apparteneva alla famiglia Prato e una porzione ad un’altra antica famiglia di Portofino, i Repetto: uno dei due figli si chiamava Santino ed era quello che apri il famoso caffè Excelsior, per lungo tempo un luogo di incontro dei migliori artisti, degli industriali e dei v.i.p. in genere. La proprietà fu comprata dai Carnarvon: quando, nel 1930, Licce divenne unico proprietario, vendette la villa, che ancora oggi si chiama San Giovanni, alla signora Newlin: aveva subito una lunga trasformazione edilizia con l’ausilio di famosi architetti come Severi, il quale aveva ristrutturato anche l’albergo Splendido. Nelle sue due le costruzioni si può infatti notare la stessa mano ingegnosa: basta confrontare le verande e le altre caratteristiche architettoniche, che sono praticamente uguali. Nel 1938 i proprietari, visti i “venti di guerra” e in conseguenza alle leggi Razziali, si trasferirono in America, portandosi dietro mobili ed oggetti d’arte della villa.
Purtroppo la II Guerra mondiale durò quattro anni e gli stranieri “portofinesi” cominciarono a vendere le loro proprietà sulla Penisola, dopo quasi cinquant’anni di “dominio immobiliare” incontrastato. Solo nel 1947, un italiano diventò il primo proprietario di una villa prestigiosa, anche per la sua incantevole posizione in una zona di massima tranquillità e assoluta indipendenza. Questo signore si chiamava Metzger e la villa comprendeva anche un muraglione che univa il monte del Castelletto al monte Rosmarino verso il Capo del Faro, formando una piana che ha dato la possibilità di creare giardini e frutteti. La villa ha anche delle dipendenze con un loro proprio accesso singolo, in modo da rispettare la privacy di chi le occupa. Il signor Metzger è stato anche un benefattore pubblico poiché era amico del Presidente dell’Ufficio turistico di Portofino, il famoso scrittore Salvator Gotta: questi realizzò molte iniziative a livello turistico, finanziate dagli amici di Portofino e, in ultimo, mi risulta che la linea dell’illuminazione pubblica di via la Penisola fu pagata dal Metzger. Possedeva anche una barca a vela di discrete dimensioni, chiamata “Vagabonda“: mi ricordo che, quando il tempo era burrascoso, il signor Metzger e Antonio Indaco, suo custode per più di trent’anni, più volte venivano a “soccorrerla” anche di notte. Ancora oggi, la villa è occupata dagli eredi che la frequentano per lunghi periodi e più volte nell’arco dell’anno: sono queste le famiglie che hanno dato lustro a Portofino sotto ogni aspetto, specialmente quello economico-turistico. Grazie a Giovanni Carbone.
Portofino, un Mondo a parte.