Le Ville di Portofino

A World apart
20
April 2016

Villa Recchi

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All’inizio era una casa rurale di Portofino di proprietà di lord Carnarvon, condotta dal mezzadro Ardito Gerolamo prima e da Battista Indaco dopo. Negli anni ’60, fu acquistata dal dottor Recchi di Torino, impresario di grandi opere edili nazionali e internazionali, come parte della diga di Assuan in Egitto. La trasformò in una villa di alto prestigio con tanto di piscina con acqua di mare e costruì anche una galleria d’ingresso da piazza Martiri della Libertà con l’ascensore e annesso posteggio interno, il tutto completamente interrato per non intaccare la morfologia dei luoghi. Questi lavori furono eseguiti con i relativi permessi ed inseriti meravigliosamente nell’ambiente ligure-portofinese e furono diretti da prestigiosi architetti. Il giardino fu ripristinato con piante locali e pini, arricchendo la già folta vegetazione, con piante fatte arrivare dalla Toscana: ristrutturazioni come questa ne esistono altre, per fortuna, e tutte sono andate ad valorizzare ancora di più il patrimonio immobiliare di Portofino e il suo prestigio a livello turistico.

Questa famiglia ha dato molta celebrità al Borgo perché i personaggi più importanti del mondo sono stati ospiti della casa Recchi: premi Nobel, artisti, capi di Stato, politici e industriali hanno potuto godere dell’ottimo savoir-faire dei padroni di casa. Io sono stato nell’Amministrazione comunale di Portofino per molti anni e, quando avevo l’incarico di occuparmi di qualche opera pubblica, prima di adottare iniziative per realizzarla procedevo in questo modo. Poiché il sindaco Roberto D’Alessandro aveva formato dei “gruppi di lavoro” per ogni settore dell’Amministrazione al fine di migliorare la resa, ogni volta che era necessario realizzare un’opera, io invitavo le autorità superiori competenti ad un sopralluogo sul posto prescelto per il lavoro: con loro, veniva subito formalizzata la richiesta di progetto e di finanziamento. Per far conoscere ai sopraddetti il nostro sistema di realizzazione delle opere edili ” dal vero”, cioè vedendo qualcosa di finito, telefonavo alla signora Recchi chiedendole se potevo far visitare la villa come ottimo esempio: come sempre, la padrona di casa mi autorizzava immediatamente, mettendo a mia completa disposizione anche il personale di servizio. Era questo il modo migliore per ottenere la garanzia della serietà dell’Amministrazione.

Negli anni ’30, quando ero bambino, abitavo sulla Calata Marconi al n.25 e mi ricordo che era arrivata dalla Francia una goletta di 25 metri che si chiamava S. Terese: era ormeggiata davanti alla Lega Navale, oggi Y.C.I. Il ricordo di questa imbarcazione mi è rimasto impresso perché le fu “allungata” la poppa di qualche metro per abbellirla esteticamente: questo lavoro fu eseguito, con la barca in mare, da un maestro d’ascia del posto, il nostro Gaetano Viacava detto Bacciarin, e alla goletta fu anche cambiato il nome in Altair, una delle più luminose stelle del firmamento. L’interno delle cabine, invece, fu modificato da un falegname vicentino, Giovanni Franzon, che lavorava per l’impresa Recchi a Bardonecchia: questi diventò poi portofinese a tutti gli effetti, stabilendosi definitivamente nel Borgo. I Recchi, oltre ad avere dato un’immagine positiva di Portofino nel mondo, continuano ad essere “anonimi” benefattori del paese: questi sono i veri tesori dell’economia locale. Grazie a Giovanni Carbone.

Portofino, un Mondo a parte.