Maria de’ Medici, figlia del defunto granduca di Toscana Francesco I de’ Medici, aveva ventisette anni quando la ragion di stato determinò Ferdinando, suo zio, a concederla in matrimonio al quarantasettenne Enrico IV di Borbone, re di Navarra (dal 1572) e di Francia (dal 1579). Papa Clemente VIII aveva annullato il primo matrimonio del re con Margherita di Valois perché quest’ultima, che peraltro, non era riuscita ad avere figli, confessò di averlo contratto per forza. Sposata con il re di Francia a mezzo della procura de Bellegarde, ambasciatore a Firenze, dal cardinal Pietro Aldobrandino, nipote del Papa, Maria s’imbarcò il 13 di ottobre a Livorno su di una superba galea scortata da altre sei del granduca, cinque del pontefice e due dei Cavalieri di Malta.
Le galee trovarono vento scarso e non favorevole; dovettero prima dirigersi verso l’isola della Gorgona e poi puntare sul levante della costa ligure. Arrivarono a Portofino il 22 di ottobre ma un fortissimo vento di maestrale fuori del monte impedì alle navi di proseguire il viaggio fino al porto di Genova. Fu quindi giocoforza fermarsi a Portofino. Fin qui la storia. Lascio ora un po’ di spazio alla fantasia supportata però da una immaginosa tradizione. La baia, protetta dalla punta, era tranquilla come un lago e la regina, accompagnata dalla sua corte, fu ben lieta della sosta che il maltempo le aveva concesso. Gli abitanti di Portofino lo furono altrettanto perché permetteva loro di conoscere una regina e la sua scorta. Maria, sbarcata nel villaggio, si fece trasportare in portantina fino al castello e restò incantata dalla lussureggiante vegetazione di quel monte a picco sul mare. Qui volle esser lasciata sola per proseguire per il sentiero pianeggiante che porta alla punta e, per strada, rimase colpita dalla magnificenza dell’alternarsi, in quella giornata d’ottobre, di luci e ombre. I raggi del sole, che lottavano con una nuvola grigia, prevalendo o soccombendo, rendevano il mare argenteo o plumbeo e le fronde degli arbusti luccicanti o scure.
Arrivata alla fine della terra, potè vedere a levante i monti che le precludevano la vista della Toscana e, a ponente, immaginare le terre lontane del suo regno: la Francia. Si trovava, piena di vita e di gioventù, sola, senza il marito che ancora non conosceva, a Portofino. Voleva sentirsi libera, sgombra di quelle vesti pesanti che, perfino nella passeggiata, era stata costretta a portare; decise quindi di spogliarsene un po’ e restare nell’ora calda dell’ “estate di san Martino” a godersi il tiepido sole. La sua scorta era ad aspettarla sulla terrazza del castello e la vide tornare dopo non poco tempo accompagnata da un uomo, un cacciatore portofinese sulla trentina, con uno schioppo in spalla, che si era offerto di accompagnarla per proteggerla dal rischio dei cinghiali, numerosissimi, che imperversavano sul monte. Un attacco di quei suini grugnanti, oltre che spaventoso, poteva essere pericoloso per la povera regina che se ne stava ignara e tranquilla. La sosta a Portofino fu molto più lunga del previsto perché il maestrale impediva la partenza per Marsiglia. Il cacciatore, che era un nobile e raffinato genovese di cui non faccio il nome, potè così entrare in grande intimità con la regina per cui la accompagnò a vedere le bellezze della zona: l’abbazia della Cervara nella quale aveva soggiornato Petrarca, il poeta “che aveva coperto con un velo candidissimo l’amore in Grecia nudo e nudo in Roma” e, dietro Niasca, la vecchia cappella di sant’Antonio abate.
Maria era una donna intelligente; da buona fiorentina, discendente di Lorenzo, non poteva non amare l’arte e anche quella di amare. A questo punto dobbiamo arrestarci nella narrazione. Testimonianze letterarie contrastanti e inesistenza di materiale d’archivio me lo impongono. Tuttavia, anche se le illazioni di alcuni storici sulla non assoluta devozione di Maria verso il re, che ancora non conosceva, fossero vere, in seguito lei, che si dovette accorgere delle marachelle del sanguigno Enrico IV, con Gabrielle d’Estrèe, Hennette de Verneuil, Charlotte de Montmorency, non si sarà certo fatta scrupoli per questa sua avventura.
Maria de’ Medici
1573-1642
Portofino, un Mondo a parte.