Il Promontorio di Portofino ha un’importanza veramente notevole anche dal punto di vista botanico, con interesse non solo paesaggistico, ma anche scientifico. Infatti per la particolare morfologia del promontorio e per la pronunciata influenza del mare, i principali aspetti della vegetazione mediterranea, quali le formazioni costiere e rupestri, la macchia e le pinete si trovano eccezionalmente a contatto con una vegetazione a carattere più spiccatamente montano o medio-europeo con castagneti e carpineti, ai quali, nel sottobosco, sono associate specie che ben raramente si possono rinvenire ad una altitudine così modesta e a poca distanza dal mare. Per questi caratteri peculiari della vegetazione e per l’abbondanza e varietà della flora, il Monte di Portofino rappresenta un patrimonio di inestimabile valore naturalistico, che deve in ogni modo essere protetto nella sua integrità dall’intervento sconsiderato dell’uomo. Che il numero di specie che vivono a Portofino fosse elevato, era già noto da tempo, ma l’Istituto Botanico dl Genova, mediante esplorazioni floristiche che compie metodologicamente da anni, ha messo in luce che la flora del Promontorio è molto più ricca di quanto si credeva un tempo.
Infatti quasi un quinto delle specie della flora italiana sono presenti nel territorio. Tenendo conto della piccola estensione dl esso, si può concludere che il Promontorio di Portofino è una delle zone fiorietiche più ricche d’Italia. L’esistenza di fitocenosi assai diverse in uno spazio così limitato, dovuta alle mutevoli condizioni di luce, alla diversa esposizione del versanti, alla natura del substrato e alle brusche variazioni di altitudine, movimenta il paesaggio abbellendolo singolarmente e assume un interesse botanico notevole. Vediamo brevemente quali sono i fattori che hanno portato ad una così caratteristica distribuzione delle cenosi vegetali in un ambiente relativamente limitato. La causa prima di tale stato di cose è probabilmente la morfologia stessa del Promontorio di Portofino in quanto le cime più alte, rappresentate dal Monte di Portofino (610 m),Monte delle Bocche (500 m) e Monte Croce di Nozarego (319 m), sono notevolmente spostate verso il margine meridionale del Promontorio e costituiscono una vera e propria piccola catena montuosa; il versante meridionale e quello occidentale del Promontorio si immergono bruscamente in mare, a picco o con contrafforti e valli estremamente ripidi che ne movimentano il rilievo, mentre il versante settentrionale, pur avendo una pendenza alquanto varia, è generalmente meno acclive.
Quest’ultimo fattore influisce anche sullo spessore del terriccio che copre i versanti, che è in genere abbondante verso nord, mentre a sud molto frequentemente la roccia è completamente denudata. Inoltre, poiché i rilievi della dorsale appenninica di altezza superiore a quella del Monte di Portofino distano alcuni chilometri, i versanti rivolti a nord non sono protetti dalla tramontana. Essi hanno una minore esposizione ai raggi solari e quindi un clima più umido e fresco rispetto ai precipiti e riarsi versanti meridionali, esposti direttamente al sole e ai venti caldi provenienti da sci- rocco e mezzogiorno. Nella parte rivolta verso sud, e quindi verso il mare, si sviluppa una vegetazione nettamente mediterranea, come pinete, macchia alta, macchia bassa, ericeti, formazioni rupestri. Nel versante settentrionale, con un brusco cambiamento, la vegetazione assume aspetti di tipo fondamentalmente medio-europeo, con castagneti, corileti, carpineti, e con un sottobosco ricco di muschi e di felci, caratteristici di un clima più umido e fresco. Come ha messo recentemente in evidenza anche Pichi Sermolli (in: Atti del Seminario Internazionale per la tutela del Monte di Portofino) già l’esistenza di questi due tipi di vegetazione è di per sè stessa interessante, ma il fenomeno che ha valore veramente eccezionale è il trapasso dall’uno all’altro di questi tipi di vegetazione in una zona notevolmente ridotta, addirittura di poche decine di metri e l’esistenza in essa di un tipo di consorzio intermedio, di cui non sono stati segnalati altri esempi.
Infatti sul Promontorio la macchia mediterranea non trapassa nel querceto e questo nella vegetazione di latifoglie submontane, come accade di regola altrove, ma qui la macchia mediterranea si trova a diretto contatto con una vegetazione quale è data vedere nell’Europa media. Altra caratteristica della flora di Portofino è l’insediamento di varie specie e consorzi vegetali ad un livello altitudinale diverso da quello abituale. Questo fenomeno si verifica per le specie montane che, grazie alla particolare morfologia di alcune vallate, quali quella di Paraggi, discendono fino a svilupparsi con rigoglio ai bordi del mare; ma un fenomeno analogo in direzione inversa si verifica per le specie mediterranee che risalgono molto in alto, lungo le coste del versante volto a mare. Lo spostamento dei limiti altimetrici non è un fenomeno raro, ma è rarissimo poter osservare specie montane conviventi con specie litoranee e a poco più di due ore di cammino, salendo verso l’alto, specie schiettamente mediterranee o di ambiente arido insediate accanto a specie tipiche della flora centro-europea. Questi spostamenti dei livelli altimetrici in senso inverso in vallate contigue hanno un notevole interesse scientifico e sono uno spettacolo naturale eccezionale. Parlando del Monte di Portofino non si può ignorare un altro aspetto interessante e cioè i parchi, i giardini, le colture antropiche, quali gli oliveti, che sono molto sviluppati nella fascia costiera orientale e nella parte nord- occidentale e che sono talmente integrati nel paesaggio che non si riesce ad immaginare un aspetto diverso da quello attuale.
Portofino, un Mondo a parte.