Ospiti Storici

A World apart
16
March 2009

Lo scrittore Valery Larbaud soggiornò a Portofino.

Strano destino quello dello scrittore Valery Larbaud!  Grande estimatore dell’Italia, traduttore di un grande a tore triestino Italo Svevo, è ciô nonostante poco conosciuto in Italia se non in un ristretto cerchio di specialisti della letteratura francese.

Nato a Vichy net 1881, vi moriva net 1957, colpito da una paralisi cerebrale. La sua vita non fu che un lungo viaggio; grazie infatti a una buona disponibilità finanziaria, potrà concedersi di vivere seguendo i propri interessi, le proprie aspirazioni personali che lo conducono a vagare sotto tutti i cieli d’Europa, immergendosi nella cultura, nei costumi, nel linguaggio dei paesi che attraversava e in particolare in quelli che ama di più: la Spagna, l’Inghilterra e, soprattutto, l’Italia. In questo suo girovagare anche la Liguria e la Riviera di Levante, cui consacra parole di stupita ammirazione quasi riconoscente per tanta bellezza. Soggiorna a Portofino, si appropria del suo dialetto, ama parlare con i locali, percorrere (talvolta via terra, talaltra via mare) il tratto che congiunge Santa Margherita Ligure a Portofino.

Le sue giornate sono scandite da abitudini puntuali, precise, ognuna legata a una diversa località come un rituale: la colazione a Santa Margherita Ligure, il te a Rapallo, la cena a PortofinoAlle 23.30 il borgo di Portofino s’addormenta, tutto tace e la sola finestrella illuminata dello scrittore è segno di questo suo sguardo che vuole appropriarsi dei luoghi che ama fino nel profondo. E’ un soggiorno rilassante, e il paesaggio senza tempo di questo angolo di mondo fa dichiarare allo scrittore: Questo paesaggio di mare e di olivi fitti non cambia mai. Ed esso mi offre riposo dal lavoro vano mi offre una visione dell’immutabile (secondo l’espressione già vissuta da un altro autore francese, Maupassant.)

Qui intendiamo ricordareche questa singolare figura di letterato, molte opere del quale sono state magistralmente tradotto da Mario Soldati, oltre a bellissime pagine sull’Italia “Jaune, bleu et blanc” e “Aux couleurs de Rome“, a un’intensa attività di traduzione (oltre al già citato Italo Svevo, James Joyce, di cui ha tradotto in collaborazione con lo stesso, l’Ulisse) ci ha regalato, nel suo più celebre romanzo uno straordinario personaggio A. O. Bernabooth, poeta e miliardario che gira II mondo, quasi raffigurazione di se stesso.

Valery Larbaud
1881 – 1957

Portofino,un Mondo a parte.