Sul Monte di Portofino non solo sono presenti tipi di vegetazione vari e complessi, ma si rinvengono anche molte specie importanti per il loro significato fitogeografico, sia perché si trovano in stazioni isolate disgiunte dal loro areale principale, sia perché sono endemiche sia, infine, perché sono entità che si trovano qui al limite della loro area di distribuzione. Si tratta, in genere, dl specie relitte di un’epoca molto lontana e che si sono conservate qui grazie alle particolari condizioni climatiche del Promontorio, superando le alterne vicende ambientali che si sono susseguite per migliaia di anni, arrivando fino a noi quali testimoni di una flora in altre parti completamente scomparsa.
Così, ad esempio Ampelodesmos tenax Link, è una specie del bacino mediterraneo a gravitazione prevalentemente occidentale. Le stazioni liguri (Golfo di La Spezia e Isola Palmaria, Portofino, Laigueglia) rappresentano il limite settentrionale, unitamente a quella francese delle Basse Alpi, presso Digne, dell’attuale areale della specie. Nelle zone in cui la macchia mediterranea è molto degradata e sulla roccia nuda dove vivono solo piante che possono sopportare l’aridità del terreno e la violenta insolazione, si trova una rara graminacea, Heteropon allionii R. et S. specie delle regioni temperato-calde e subtropicali; la frammentazione del suo areale attuale testimonia dell’antichità di questa pianta che è proba- bilmente una superstite della flora prequaternaria.
Lungo i corsi d’acqua è stata segnalata un’elegante felce, dalle fronde lunghe da 20 a 60 cm, Pteris cretica L. specie molto antica, probabilmente terziaria, con caratteristiche di tipo subtropicale. Ha un areale esteso ai due emisferi, nord e sud, ma in Italia è piuttosto rara e ha una distribuzione molto saltuaria.
Nelle zone rupestri tra Portofino e Santa Margherita Ligure si trova un’altra rara specie, Convolvolus sabatius Viv. che allo stato spontaneo cresce esclusivamente qui e in altre stazioni isolate della Liguria (tra le quali la più importante è Capo Noli) e in Algeria. Quasi certamente è una specie paleomediterranea occidentale, che si rinviene attualmente in poche stazioni relitte, mentre in passato la sua area di distribuzione fu molto probabilmente più estesa. Un’orchidacea, Orchis brevlcornis Viv., è una specie iberica che raggiunge a Portofino i limiti settentrionale ed orientale della sua distribuzione. In Italia cresce soltanto tra Ventimiglia e Portofino. Tra le piante alofile, che vivono nella zona colpita dagli spruzzi marini, è di particolare interesse Limonium pubescens (DC.) Kuntze, frequente nella scogliera sotto la chiesa di S. Giorgio; di questa pianta, dalle foglie densamente coperte di peli e con fiori dalla corolla azzurra, Portofino segna l’estremo limite orientale di diffusione, che comprende: il Nizzardo, la Francia meridionale-occidentale, la Spagna e la Liguria.
E’ abbondante soprattutto nella riviera di Ponente a Capo Noli, al Malpasso, al Capo di Varigotti e della Caprazoppa. Nella Riviera di Levante cresce soltanto sui versanti marittimi del Promontorio di Portofino. Si può affermare quasi con certezza che si tratta di una specie paleomediterranea che è riuscita a sopravvivere negli ambienti rupestri della parte occidentale del bacino mediterraneo. In località Paradiso e lungo il sentiero che dal bivio porta in vetta, si trova Saxifraga cochlearis Rchb., una piantina costituita da una rosetta di foglie carnose, coi margine ornato da squamette calcaree. Essa vive sulle rupi nelle zone ombrose e si incontra anche in una zona limitata delle Alpi Marittime. Nel bacino superiore del Nervia e sui monti tra Tenda e Mentone, dove si spinge fino a 1900 m. Questa è, dunque, una specie endemica ligure, che forse, un tempo, aveva stazioni intermedie lungo l’Appennino. Si tratta probabilmente di una pianta paleomediterranea, residua della vegetazione prequaternaria; forse faceva parte dell’antico piano di vegetazione mediterraneo-montano, poi impoverito dalle glaciazioni.
Notevole è anche la presenza sul Monte di Portofino di specie montane che crescono a livelli altitudinali nettamente inferiori al normale, come Euphorbia dulcis L., Daphne laureola L., Sanicula europaea L., Gentiana campestris L., Polygonatum officinale All., Erythronium denscanis L., e numerose altre. Si tratta con molta probabilità di specie che, scese durante i periodi glaciali a quote molto basse, hanno trovato nei versanti rivolti a nord del Monte stazioni di rifugio dove hanno potuto superare le vicende climatiche posteriori e giungere così fino ai nostri giorni.
Portofino,un mondo a parte.