Nel 1800,il castello di San Giorgio a Portofino era della famiglia Benvenuto (Cesira Gabellini), antichi portofinesi e, alla fine del secolo, fu venduto ad un inglese di nome Licce. Questa proprietà era una costruzione già abbastanza grande che, nei secoli, pare fungesse da ospedale: i nostri antenati infatti lo chiamavano proprio così, inoltre, sotto la casa lungo la “scalinata del diavolo”, esisteva ed esiste ancora una grotta chiamata ” la chiesetta”, una specie di lazzaretto dove si concentravano i malati ai tempi delle pestilenze. Il nuovo proprietario inglese trasformò la costruzione in una grande abitazione a più piani perché dovesse diventare un castello. Alla fine dell’800 o primi del ‘900, questo bene fu acquistato dal barone von Mumm, nato nel 1859, della famiglia tedesca produttrice dell’omonimo champagne. Il Barone ampliò la proprietà sul mare aperto verso il golfo di Genova, costruendo un grande appartamento con sovrastante la Torre e facendolo diventare un vero e proprio castello, che prese il nome di “Castello San Giorgio”.
Questa famiglia diede tanto lustro al Borgo: trasformò il terreno sottostante che arrivava al confine del molo Umberto I in un giardino famoso e, nei giorni festivi, lo facevano visitare gratuitamente non solo a noi, ma anche ai turisti. La servitù del Castello fungeva da “cicerone” ed era diventato una vera attrazione, tanto che venivano a vistarlo anche da Genova e dalle Riviere. Questa famiglia ha dato anche molto lavoro alla nostra comunità perché tutte le persone di servizio, compresi i giardinieri e i manutentori esterni, erano impiegati tutto l’anno: la proprietà era enorme ed esposta alle intemperie tanto che ci lavoravano almeno venti persone e le imprese edili locali erano sempre in funzione per loro.
Il 1914 fu per Portofino l’anno di un grande avvenimento: il Kaiser Guglielmo II, Imperatore di Germania, fu ospite per qualche giorno del Barone e si racconta che egli gli fece strada “camminando all’indietro per tutto il percorso”. Il soggiorno fu tanto importante che ne parlò tutta 45 la stampa: il barone Mumm era suo amico, essendo stato uno dei suoi ambasciatori in Oriente per molti anni. Morì a Portofino nel 1924 ed è sepolto nel piccolo cimitero dei protestanti.
La Baronessa sua moglie, intelligente e provvida dama molto amata dalla popolazione, trascorse nel castello tutta la sua vita fino al 1955. Durante l’occupazione tedesca nel 1944, il Comando tedesco dell’alto Tirreno occupò tutto il primo piano del castello e il suo comandante, Raimer, era a capo delle navi da guerra dal fronte di Livorno sino al confine con la Francia. Nel tempo della loro permanenza a Portofino, i Tedeschi minarono segretamente il castello Brown, la batteria dell’Aurora dove c’era la polveriera, la piazza del paese e la strada Portofino-Santa Margherita in punti precisi sotto il convento della Cervara. Mi ricordo che noi entravamo in queste caverne che credevamo rifugi antiaerei, invece erano piene di esplosivo per la difesa del comando tedesco della penisola di Portofino.
Con la resa dei Tedeschi, il comandante Raimer informò la Baronessa del programma difensivo militare che “doveva far saltare tutte le postazioni prima di ritirarsi”. Si dice che questa nobile signora si inginocchiò e implorò il Comandante, ottenendo di non far succedere un terribile disastro. Per non dimenticare, voglio scrivere un mio ricordo di quei giorni perché rimanga per sempre nella memoria dei portofinesi e di tutti coloro che leggeranno questo libro.
Il giorno della festa di San Giorgio, nel 1945, Batti G.B. Rosselli, di sua iniziativa, ha tolto da solo ad una ad una tutte le mine antiuomo che erano state messe per difesa nella piazza che oggi è Martiri dell’Olivetta: noi eravamo tutti intorno a guardare, “per darci insieme quel coraggio che lui solo aveva”. Fu invece Gigi Ulisse Luigi Schiaffino con altri a togliere la balestite sotto i muri della Fortezza. Della benemerita famiglia Mumm, si potrebbe scrivere un intero libro, per quanta intelligenza ha saputo “mettere a disposizione” di Portofino e per quanto beneficio ha portato a tutta la nostra comunità. Grazie a Giovanni Carbone.
Portofino, un Mondo a parte.