In questo contesto internazionale, si stabilivano a Rapallo diversi intellettuali e scrittori anglosassoni. Il primo fu lo scrittore e caricaturista inglese Max Beerbohm, nella foto una copertina di una sua opera, che si era ritirato a vivere a Rapallo, nel Villino Chiaro, a partire dai 1910, e a parte le due pause belliche non abbandon; mai la sua patria d’adozione. Beerbohm morì nel 1956 e i funerali furono celebrati nella chiesa anglicana di Rapallo; in seguito le sue ceneri furono tumulate nella cattedrale di San Paolo, a Londra.
Un altro celebre scrittore e poeta anglosassone che legò il suo nome a Rapallo fu William Butler Yeats, vate della causa autonomista irlandese, al quale si deve, tra l’altro, la riscoperta delle tradizioni e della letterature gaelica. A Rapallo Yeats visse tra gli anni ’20 e ’30 in un appartamento di via delle Americhe; chi ebbe la fortuna di essere suo ospite potè ammirare alle pareti dei suo appartamento la collezione di incisioni originali di William Blake, la cui vena esoterica tanto affascino ed influenzo il poeta.
Rapallo e il paesaggio del Tigullio compaiono frequentemente nei versi del poeta irlandese.Yeats apparteneva alla Chiesa d’IrIanda, e fu al contempo un tenace sostenitore sia dell’autonomia irlandese dalla Gran Bretagna sia della necessità di creare un paese in cui la maggioranza cattolica non opprimesse l’antica e vitale comunità protestante.
A Rapallo Yeats ebbe occasione di incontrarsi e confrontarsi con il più giovane, e stimato amico, Ezra Pound.
Un altro intellettuale anglosassone che soggiornò a Rapallo in quegli anni fu lo scenografo e scrittore Cordon Craig, uno dei pochi amici ad essere ammessi al Villino Chiaro, dimora di Max Beerbohm. Tra il 1929, anno dei concordato tra Chiesa cattolica e Stato italiano, e ii 1935, anno di santificazione di Thomas Moore, i pellegrinaggi della comunità cattolica britannica verso Roma si moltiplicarono.l’associazione cattolica britannica, dovendo consigliare una prima tappa italiana lungo il viaggio, scelse Rapallo; la scelta fu influenzata dalla presenza di una grande comunità britannica e dell’importante santuario della Madonna di Montallegro.
Nei 1930E. Vincent Wareing, nel libretto tascabile RapaIlo’s Mountain Shrine, narrò il resoconto del primo pellegrinaggio britannico a Montallegro e descrisse, non senza garbata ironia, le fatiche della salita ai santuario, in parte a piedi e in parte a dorso di mulo. Con lo scoppiodella seconda Guerra mondiale la comunità britannica di Rapallo si affrettò ad abbandonare il paese per riparare in madrepatria e nella Francia dei Sud.
La chiesa anglicana fu chiusa in attesa della fine degli eventi bellici. Nel giugno del 1940, al pari di tutte le proprietà immobiliari britanniche, l’edificio venne posto sotto sequestro senza subire alcuna alterazione; dopo il settembre dei 1943, l’esercito tedesco requisì l’edificio adibendolo a deposito merci e alimentari.
AI termine dei conflitto, lentamente la Congregazione anglicana si riorganizzò restaurando l’interno dell’edificio e richiedendo la nomina di un cappellano per la stagione invernale. Nel dopoguerra, però, il flusso di residenti britannici non fu mai paragonabile ai fasti degli anni ’10 e ’20.Il declino fu lento ma inesorabile e nel 1975 la comunità britannica, ridotta a una decina di membri attivi, prese la dolorosa decisione di vendere l’edificio. Ancora oggi la chiesa di Saint George, almeno nella sua parte esterna, conserva intatto il suo aspetto originario, a memoria di quello speciale legame che ha unito così intensamente Rapallo alla Gran Bretagna.
Nel 1874 fu completata la linea ferroviaria Genova-La Spezia, che aprì la Liguria di Levante ai nuovi flussi commerciali e passeggeri di fine Ottocento. Con l’arrivo della ferrovia, anche questo tratto della costa ligure non fu più prerogativa di elitari soggiorni di danarosi aristocratici ed artisti romantici, offrendosi alla borghesia dei Nord Europa, e in particolare quella dell’Inghilterra vittoriana e della Germania guglielmina.
Il villeggiante britannico era poi attirato da una quantità di interessanti monumenti medievali nascosti tra le ultime pendici collinari e il mare; le guide segnalano come imperdibili il forte di Rapallo, il monastero della Cervara in cui era stato prigioniero Francesco I dopo la battaglia di Pavia, oltre il castello di Portofino e l’abbazia dei Doria a San Fruttuoso.
A Rapallo il primo luogo di aggregazione della colonia britannica fu un grande albergo, il Grand Hotel & Europe, ospitato nell’antico Palazzo Serra. Questo albergo, già negli anni ’70 dei XIX secolo, era dotato di tutti i comfort necessari per gli standard borghesi della facoltosa borghesia d’oltremanica.
Nel 1875 vi si stabilì il primo cappellano inglese di Rapallo, e fu in una sala del piano terreno che la Congregazione anglicana, su sollecitazione della Society for Propagation of Gospel in Foreign Parts, allestì la prima church-room.
Le funzioni erano celebrate tra i mesi di ottobre e maggio, la stagione prediletta dagli inglesi che, oltre a rifuggire la nebbia e la pioggia di Londra, aborrivano anche il caldo delle estati mediterranee, piene di mosche, zanzare e con il pericolo – a fine Ottocento ancora serpeggiante – di epidemie di colera e tifo ed anche della malaria. La presenza e la costanza numerica della colonia britannica negli ultimi due decenni dell’Ottocento furono così consistenti da spingere alcuni notabili della British colony a meditare l’ambizioso progetto di acquistare un terreno, su cui edificare un luogo di culto autonomo.
Il progetto, realizzato dall’ingegner Macchiavello, vide parte attiva l’intera comunità britannica, in particolare il medico della colonia, Walter Beeby, e alcuni ufficiali a riposo, specie il colonnello Alt. l’aspetto finanziario e amministrativo dell’intervento venne curato da Frederick Brown della Banca Granet & Brown di Genova. In quegli stessi anni venne fondata anche la English Library con una prima sede in via Montebello e quindi in viale delle Americhe. La collezione della biblioteca inglese, di discreta consistenza, divenne dopo l’ultimo conflitto mondiale patrimonio della Biblioteca Civica internazionale di Rapallo.
Sul principio del Novecento la colonia era ormai stabile durante la stagione tra novembre e maggio; gli albergatori di Rapallo, Portofino e Santa Margherita introdussero la Liste des Etrangers, che prese il nome di Rapallo Revue, mentre in città apriva la farmacia inglese di Henry Tonolli. Nel 1908 il dottor Beeby scriveva: “Un gran numero di persone di diverse nazionalità vengono a Portofino e Rapallo, ma vi è una crescente tendenza per gli inglesi a prediligere alcuni alberghi, una tendenza che senza dubbio si accresce anche per l’aumento della possibilità di scelta”.