A levante di Genova si apre, in una cornice di palme, ulivi, pini e lecci, il Golfo Paradiso sul quale si affacciano cittadine di antica tradizione marinara, oggi accoglienti centri turistici: Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco e Camogli. Tante perle d’un golfo che trae il suo nome dal Paradiso, un punto panoramico sul crinale occidentale del promontorio di Portofino, dal quale si ammira, nelle giornate limpide, gran parte dell’arco ligure. Al confine con Genova-Nervi si scorge Bogliasco, nella foto sotto, cittadina che custodisce tracce della sua lunga storia, con il suo ponte tardo medievale sorto sulle rovine d’un ponte romano nei pressi della foce del torrente Poggio, con il castello cinquecentesco, costruito per difendere II borgo dalle incursioni piratesche, con le significative testimonianze di arte e di fede delle sue chiese. L’abitato più antico, prospiciente una piccola insenatura, e raccolto in prossimità di una breve spiaggia, che interrompe l’andamento roccioso della costa, lungo la quale si sviluppa la passeggiata a mare della nuova Bogliasco.
Segue Pieve Ligure, un piccolo centro che si sviluppa dalla collina al mare. L’abitato raccolto sulle pendici del monte Santa Croce, attorno alla bella chiesa parrocchiale intitolata a San Michele Arcangelo, ricostruita nel XVII secolo, si sgrana sul pendio in case e ville che scendono fino alla costa rocciosa sulla quale svettano giganteschi pini. Al limite della parete a picco sul mare sorge Sori, nella foto, nata attorno a un borgo di origine romana e molto attiva, tra I’XI e il XVI secolo, nei commerci marittimi. Alle spalle della spiaggia abbastanza spaziosa, sono visibili il viadotto della via Aurelia e quello della ferrovia, sui fianchi della valletta del torrente Sori si scorgono i piccoli centri frazionali.
Pregevoli le chiese: I’oratorio di Sant’Erasmo del XV secolo e la parrocchiale di Santa Margherita risalente al XVIII secolo, che conserva aII’interno affreschi ottocenteschi. Alla foce del torrente omonimo si incontra Recco, nota come capitale gastronomica della Liguria. E’ l’antica Ricina, di origine romana, nata sul tracciato della via Aurelia e patria di numerosi navigatori tra cui Nicoloso da Recco, scopritore delle lsole Canarie, e Biagio Assereto, celebre per aver cattuato, al termine di una battaglia navale vttoriosa, il re Alfonso I d’Aragona. La cittadina si presenta oggi quasi totalmente ricostruita dopo le pesanti distruzioni del secondo conflitto mondiale; restano invece inalterate le sue tradizioni religiose, prima fra tutte la ricorrenza della Madonna del Suffragio, festeggiata l’8 settembre con una serie straordinaria di spettacoli pirotecnici.
Segue Camogli, dalle cui acque ha inizio il Parco Marino di Portofino. Antico borgo di pescatori e naviganti, la cittadina raggiunge il suo massimo sviluppo nella seconda metà del XIX secolo, ai tempi d’oro della marineria velica, quando si merita l’appellativo di “Città dei Mille Bianchi Velieri” per il gran numero di bastimenti posseduti dai suoi armatori. Camogli sembra nata per essere ammirata dal mare, per il caratteristico insediamento dell’ “lsola” – uno sperone roccioso una volta circondato dalle acque, oggi congiunto alla terraferma, su cui sorgono la basilica intitolata a Santa Maria Assunta e il torrione del castello medievale – e per le altissime case addossate le une alle altre, che si affacciano sulla spiaggia e sul porticciolo. II molo che lo delimita ha, nel suo primo tratto, origini seicentesche, essendo stato costruito per proteggere I’approdo naturale, formato da una conca rocciosa sommersa, non molto profonda. Al manufatto del XVII secobo si sono aggiunti nel tempo altri elementi, tra cui il braccio risalente alI’età napoleonica, nel tentativo – risultato spesso vano – di proteggere il porticciolo dalle violentissime mareggiate. Un approdo, quello camogliese, che è sempre stato la principale fonte di Iavoro per la piccola comunità dapprima raccolta attorno alle sue barche e poi sviluppatasi nella stretta fascia costiera. Un popolo cosl radicalmente marinaro da pensare il proprio paese in funzione della navigazione: case coloratissime, nella foto, per essere individuate al primo apparire della costa, innumerevoli finestre aperte sul mare, dove tante donne attendevano il ritorno dei loro cari da viaggi lunghi talvolta anche due o tre anni.
Camogli “Casa delle Mogli” o “Case a Mucchi“, si e detto costruendo una fantasiosa etimologia su queste radicate consuetudini. La cittadina oggi appare con il suo insediamento compatto, parallelo al mare, frutto in parte della soprelevazione settecentesca e in parte dello sviluppo urbano che la caratterizzò nella seconda metà dell’Ottocento. Le fanno da cornice rigogliose colline costellate da case sparse e da piccoli insediamenti. Osservando la costa camogliese, a partire da ponente notiamo la Casa di riposo per la Gente di Mare, costruita agli inizi degli anni Trenta per ospitare i vecchi marinai, quindi la vicina Casa Raggio, a monte deII’avamporto, caratterizzata da una visibile striscia bianca verticale, elemento oggi in disuso d’una base misurata. Alle spalle della basilica dell’lsola, il Monastero di San Prospero, costruito nel XIXsecolo a fianco di una chiesetta intitolata al vescovo tarragonese Propero, morto in quel luogo, mentre stava percorrendo la via Romana, in direzione della capitale. Alla sommità della collina a levante, dove le pendici del Monte Esoli si congiungono con il promontorio di Portofino, si scorge I’abitato di Ruta, la maggiore frazione camogliese, fiorente stazione climatica agli inizi del XX secolo.
Portofino, un Mondo a parte.