Come per i barcaioli, che avevano incontrato il successo nelle loro attivita dedicate al traffico marittimo dei passeggeri, si prospettava un orizzonte roseo, anche altre persone del porto intuivano che l’avvento del diporto era alle porte e cosi, dividendosi tacitamente il lavoro, intrecciarono con i primi un’economia motto redditizia. I maestri d’ascia ed i “calafati” (operai specializzati nell’impermeabilizzazione di una nave) che lavoravano nei cantieri navali si dedicarono alle riparazioni e alla costruzione delle barche da diporto, sempre più richieste nella nautica: cosi ci fu una trasformazione ed una divisione delle attivita indirizzate verso l’artigianato.
I maestri del legno a Portofino, oltre che alle riparazioni, incominciarono a costruire delle piccole imbarcazioni, lance e “gozzetti” (piccoli gozzi): dopo i gozzi a remi si costruirono i gozzi con il motore interno. Si può fare qualche nome delle persone che lavoravano il legno: il Gaetano Viacava, detto “Gheita Baciarin”, il Giulietto Vignale, il Giovanni Franzon e suo figlio Roberto, il Giacomo Gallino di Rapallo, il G. B. Viacava, detto “Ba”, ed altri ragazzi… Questi personaggi si distinsero per la loro volonta e capacity artistica artigianale. Una persona in particolare si era distinta nella costruzione navale sia per it tipo di barca, sia per la lavorazione con i particolari più fini: era il Gaetano Viacava, detto “Gheita Baciarin”.
I suoi gozzi hanno conquistato il massimo prestigio tanto che un proprietario di barche si vantava di possederne uno: l’attività e stata ereditata dal figlio Giacomino che, con la stessa bravura ed in silenzio, la sta portando avanti. I marinai che si dedicavano al diporto intuivano che ci voleva una specializzazione: mi ricordo che, negli anni ’50, non tutti avevano la licenza elementare, cosi alcuni si misero a studiare nella scuola nautica serale del Maresciallo Gerolamo Cabella per avere ii requisito richiesto e per dare poi un esame nautico.
L’insegnante era una persona molto paziente e convincente, cosi tutti si diplomavano con diversi tipi di patenti, dal capobarca al marinaio autorizzato, dal padrone marittimo al motoscafista. Altri più giovani frequentavano il nautico e diventavano Capitani di Lungo Corso. Altri marinai si dedicarono alle regate a vela con barche dai 5, ai 5, 5, ai 6 e gli antichi 8 metri per le regate di “triangolo”, alle barche per le regate di altura dalla I Classe alle classi più piccole. A memoria d’uomo, si può fare qualche nome di questi marinai: il Domenico Prato, detto “Ahia”, il Carletto Risicato, il Guido Carbone, Luigi Carbone, detto “Buxin”, Attilio Sturlese, detto “Tilin”, il Giuseppe Indaco, detto il “Norvegino” perche doveva aver fatto delle regate in Norvegia. In questo ambizioso lavoro, si intersecavano tutti i mestieri della nautica da diporto, ma sempre in armonia costante fra loro grazie a tanta buona volontà e tenacia e all’esperienza acquisita.
Parte di questi marinai si dedicarono alla custodia ed alla manutenzione delle barche nonchè al rimessaggio delle stesse. I primi ad esercitare questa attivita, negli anni ’50, furono: Attilio Cupido, detto “Tilin” prima e Vincenzo Gazzolo, detto “Vince”, poi con i motoscafi in fondo al Molo, il Carmelo Carbone, detto “Carmelin” con il figlio Giovanni in Calata, il Domenico Prato, detto “Ahia” o “Domenego” con il figlio Emanuele sempre sulla Calata, il Guido Carbone ed il Giorgio Mussini. Questa attivita ha dato fama e lustro aPortofino, tanto the altre persone si dedicarono ad altre attività inerenti alla categoria come distributori di carburanti, e negozi di accessori nautici. Infine ancora altri marinai, come Gianluigi Devoto, Franco Gimelli, Giorgio Zolezzi, fecero regate a vela a livello mondiale, come il Fastnet in Inghilterra, come la Coppa America in Australia dove marinai di Portofino facevano parte degli equipaggi.
Attorno a questa attività, fiorirono numerose categorie di commercianti con numerosissime specializzazioni, tutte inerenti alle necessità che la vita residenziale del turista richiede. II Giovanni Carbone ed il Mello Paolillo noleggiavano motoscafi servendo i migliori alberghi del Tigullio e del Golfo Paradiso, nonche effettuavano, per la migliore clientela, un servizio con I’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova e, per andare al bagno lungo la costa, noleggiavano delle barche a vela di diverse categorie e delle lance a remi ed a motore.
Un cenno va dedicato, dopo il sopracitato “Gheita Baciarin”, a due portofinesi che si sono distinti per intraprendenza nelle loro attivita; il primo e il Manuel Prato che, con il Domenico Tassara, detto “Mingo”, hanno fatto nascere, con la loro esperienza, un modello di gozzo che conciliava il gusto di quel tipo di imbarcazione con quello dell’arte e della funzionalità pratica ed elegante: era formato infatti da un guscio di plastica e da una sovrastruttura in legno pregiato (tek). II Manuel Prato è arrivato ad esporre il suo gozzo alla Fiera del Mare di Genova e fu apprezzato anche a livello internazionale: nel suo cantiere sono stati costruiti, sino ad oggi, 60 esemplari.
Partendo dalle prime costruzioni di metri 5, 10, passò a quelli di metri 6, 45, per arrivare agli attuali metri 7, 45, dando cosi il prestigio a questa categoria di gozzo, contribuendo all’immagine portofinese della nautica nel mondo: ne esportò persino in America del Nord, dove un Ambasciatore americano di New York ne possiede uno. Un altro personaggio che merita un cenno e il Giorgio Mussini che, da buon osservatore, e riuscito a seguire l’estro della categoria ed a creare un’imbarcazione che è un ibrido tra il motoscafo e la lancia, chiamandola “Utility” del mare.
Questa imbarcazione è in legno a vernice, costruita all’inglese: una barca di lusso che coniuga praticità e funzionalità a portata familiare, essendo corredata di tutti i comforts per il bagno di mare, unendo praticità alla velocità. Parlando con l’interessato, mi illustrò tutte le caratteristiche nonchè tutti gli esemplari che ha costruito assieme al figlio Gaetano: nei dieci anni della loro attività, sono stati costruiti circa 60 esemplari partendo dai primi di metri 5, 75, ai secondi di metri 6, 60 agli ultimi di metri 7, 48. Questi due personaggi, oltre ad offrire al cliente la possibilità di possedere una bella barca, gli assicurano la loro assistenza in mare e la manutenzione in generale per tutto l’arco dell’anno. Per la mia esperienza, so che questa clientela scelta arricchisce l’indotto turistico indispensabile per Portofino ed aumenta l’immagine pubblicitaria, veicolo di benessere. Grazie a Giovanni Carbone.
Portofino, un mondo a parte.