Chi, spinto da sentimenti romantici, raggiunge via nave Portofino e per alcuni brevi istanti, come in una sorta d’incantesimo, prova a contemplare lo spettacolo che gli si presenta, ha press’a poco la stessa visione che si presentò più di un secolo fa a Guy de Maupassant. E’ con gli occhi di questo scrittore che si avvicina a questo villaggio senza tempo. Già, senza tempo!! Perché sono le stesse parole di Maupassant che si possono utilizzare ancor oggi per dar forma alla splendida visione: “un piccolo villaggio, Portofino, e allarga come un arco di luna attorno a questo calmo bacino …… ”. Maupassantgiunge qui con il suo yacht, il “Bel ami“, nei 1889, e resta come incantato di fronte al verde intenso delle acque, all’anfiteatro ridente delle case, alle barche che sembrano quasi dormire nella tranquillità e nel silenzio dello specchio di mare.
Ha trentatre anni, lo scrittore, e ha già conosciuto uno straordinario successo, ha già ottenuto onori e ricchezze.
Allievo del grande Flaubert, fin da giovane ha affiancato alla carriera militare prima, e a quella d’impiegato statale poi, la pratica della scrittura: senza per questo trascurare il divertimento, lo sport (in particolare il canottaggio) e un’intensissima vita sentimentale. Nel 1880, con il racconto “Boule de suife” (L’omaccione), arriva il trionfo. Inizia così un decennio di straordinaria fecondità creativa: ben trecento novelle, sei romanzi (fra cui il celebre “Bel ami”), libri di viaggio, poesie, opere teatrali. La sua vastissima produzione letteraria spazia dal racconto naturalistico di costume all’indagine psicologica, alla scoperta del perturbante nei suoi racconti fantastici, una messa a fuoco sulle inquietudini dell’inconscio.
E’ quella inquietudine che lo stesso Maupassant vive in prima persona, condannato a una malattia mentale (non si sa se causata da una forma di sifilide, dall’uso di stupefacenti o da una scomoda eredità patologica, dato che anche la madre e il fratello trascorsero i loro ultimi anni in manicomio), che lo angustia, peggiorando di giorno in giorno con terribili emicranie quotidiane, diminuzione della vista, improvvisi attacchi d’isterismo, alternati a periodi di depressione, cui invano tenta di trovar sollievo concedendosi lunghi viaggi, lussuosi soggiorni e traversate sul suo yacht personale.
Proprio a Portofino, Maupassant, come dichiara egli stesso, conosce uno di quei rari momenti di serenità interiore di cui tanto avvertiva il bisogno: “Mai forse ho sentito un’impressione eguagliabile a quella che ho provato nell’entrare in quell’insenatura verde, a un eguale senso di riposo, di appagamento, di una pausa nell’inutile agitazione in cui si dibatte la vita…”. Dopo un tentato suicidio nel 1892, lo scrittore moriva internato in una casa di cura, dopo diciotto mesi d’ininterrotta pazzia il 6 luglio del 1883, a soli quarantatre anni.
Guy de Maupassant
1850-1893
Portofino, un Mondo a parte.